Post

Visualizzazione dei post da luglio, 2025
Immagine
  Sebbene vi sia una vasta letteratura su di esso (si veda per esempio l'ampia e penetrante produzione scientifica di Hevitt), la realtà clinica mostra che il perfezionismo non va guardato come tratto isolato. Esso va inserito in una cornice più ampia di significato. Cosa vuole dirci un paziente con un tratto di perfezionismo marcato? Essenzialmente che ha trovato nel corso del proprio sviluppo una strada, probabilmente l'unica percorribile, per ricevere uno sguardo amorevole (o anche solo uno sguardo) da parte dell'altro affettivamente significativo. Questa persona ha imparato che l'unico modo per sentirsi presente nella mente delle figure fondamentali del proprio ambiente relazionale era mostrarsi scrupoloso, diligente, responsabile, magari anche privo di vulnerabilità e incertezze e/o della spinta all’esplorazione. Il nostro sé è come una distesa di neve fresca, in cui forse il temperamento crea sfumati avvallamenti. Ma è il nostro ambiente relazionale che sin dall...
Immagine
Il perfezionismo è correlato con molte espressioni di sofferenza psicologica (mi rifiuto di chiamarle “patologie” o “psicopatologie”, ma questa è un’altra storia, che avrò modo di approfondire). Per esempio, lo si trova come tratto trasversale in molti disturbi di personalità (così la psichiatria etichetta le diverse manifestazioni di ciò che altro non è che l’accentuazione, spesso molto marcata, di tratti che serpeggiano in ciascuno di noi). Qualche esempio:  In una personalità (prevalentemente) ossessiva  il perfezionismo può declinarsi come sforzo strenue di portare a termine senza sbavature i compiti performativi (ma cosa non è compito performativo, per un ossessivo?); laddove l’assenza di sbavature serve a ottenere un giudizio positivo e a evitare lo spettro più temuto: imbattersi nuovamente nell’immagine dell’espressione dell’altro deluso; un’immagine che non ha mai smesso, sin da fasi precoci dello sviluppo, di colonizzare la mente. In una personalità (prevalentemente) ...