Stato Liquido








Nel momento dell’immersione nell'acqua gelata, lo stress (ormetico) raggiunge il suo picco. Il sistema mente-corpo segnala un allarme. L'impulso urgente è quello di uscire e cercare il caldo. Con la pratica,  dopo pochi secondi si entra in un luogo diverso della mente. A questo punto il freddo e il desiderio di uscire passano sullo sfondo, osservati da una posizione di crescente distacco. La respirazione diventa sempre più profonda e sottile. Le escursioni diaframmatiche sempre più ampie. Senza sforzo, la frequenza respiratoria può arrivare a un solo ciclo al minuto. Si ha l'impressione di avvicinarsi asintoticamente a una condizione in cui respirare non è più necessario. È un'esperienza sinestesica: qui il silenzio della mente non ha nulla dell’uditivo; non è azzeramento dei rumori. Quel silenzio somiglia più a una sostanza densa e calda che scorre lungo le pareti interne del cranio e del resto del corpo, ovattandoli. A questo punto, il freddo è scomparso. 

È in questa condizione che - attraverso immagini e sensazioni fisiche sconosciute al normale stato di coscienza - si può toccare, in merito alla propria esistenza, il punto in cima al particolare di cui parla Marcel Proust, il c’est ça di Roland Barthes. 

In questo luogo dell'esperienza interna, aiutato dal freddo e dal respiro, ho incontrato diverse volte il bambino che non riusciva a sostenere gli sguardi. Ho pianto per quel bambino e per il male che suo malgrado ha causato a sé e agli altri per difendersi dai fantasmi

Ho chiesto scusa. 





Hai mai fatto un'esperienza del genere?



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